Gli insetti acquatici, ciclo vitale

<- Lo stagno

Stagni, pozze, laghetti, piccoli corsi d’acqua, ed altre zone umide minori, spesso ci appaiono come habitat di scarsa importanza, quando in realtà sono ricchi di biodiversità.

Molti sono gli insetti che frequentano le acque ferme o quelle correnti e che possono condurre all’interno di queste tutto il ciclo vitale o soltanto la fase larvale. Pensate che la presenza di alcuni di loro in tali ambienti, è così importante che viene utilizzata per valutare lo stato di salute del corpo d’acqua in cui si trovano.

Come respirano in acqua

Alcuni si sono evoluti ad assorbire l’ossigeno presente nell’acqua, altri continuano a necessitare dell’ossigeno presente nell’aria, pertanto emergono dall’acqua per respirare. Tra quest’ultimi rientra la nepa, conosciuta come scorpione d’acqua, un emittero dotato di una particolare struttura, chiamata sifone, che gli consente salendo in superficie di assumere l’ossigeno di cui necessita. In altri casi l’aria viene intrappolata a formare una bolla d’aria, sotto le ali, sclerificate e indurite dette elitre, come nel ditisco o sotto l’addome come nella notonetta; l’ossigeno passa così dall’acqua alla bolla d’aria ed è poi assorbito dall’organismo. Le larve delle libellule e di alcune effimere si sono invece adattate ad assorbire l’ossigeno disciolto nell’acqua sviluppando apposite strutture, le tracheobranchie.

Come accennato sopra, alcuni insetti acquatici sono legati all’acqua per l’intero ciclo vitale, dall’uovo all’adulto, mentre in altri solo la larva lo è. Vediamo alcuni esempi:

Scorpione d’acqua

Così chiamato perché ricorda nell’aspetto uno scorpione, soprattutto per le zampe anteriori molto sviluppate, che gli servono per afferrare la preda, e per il sifone, utilizzato per respirare l’aria. In primavera la femmina depone le uova sulla vegetazione acquatica. Le larve che nascono vivono in acqua e compiono 5 mute prima di diventare adulte. I giovani nell’aspetto sembrano adulti in miniatura.

Nepa cinerea

Ditisco

Le uova vengono deposte sulla vegetazione acquatica, ed essendo un’operazione che richiede tempo e precisione, può andare avanti anche per una decina di settimane. La larva che si sviluppa ha un aspetto completamente diverso dall’adulto, mentre questo ha il corpo ovale e appiattito, la prima ha un corpo slanciato e stretto. Al momento della metamorfosi finale in adulto, le larve si seppelliscono nella fanghiglia dello stagno. Tutte le fasi di sviluppo sono acquatiche.

Dytiscus marginalis

Notonetta

Nuota a “pancia in su”, remando con le zampe posteriori. Nella fase adulta può volare per spostarsi da una raccolta d’acqua ad un’altra. In primavera la femmina depone le uova negli steli delle piante acquatiche. Gli stadi giovanili, acquatici, sono simili agli adulti ma senza ali.

Notonecta glauca

Effimera

La larva è acquatica, l’adulto è terrestre. Il suo nome è legato alla vita particolarmente breve dell’adulto, 1-2 giorni. Le larve respirano tramite le tracheobranchie, si nutrono e crescono cambiando di tanto in tanto l’esoscheletro (facendo le mute). Vivono nei fondali fangosi o rimanendo attaccate alle rocce presenti sul fondo. Presentano delle sacche alari che contengono quelle che diventeranno le ali nella breve fase adulta.

Cloeon dipterum
Il ciclo dell’effimera

Tricottero

Così chiamato perché le ali degli adulti sono ricoperte da cortissimi peli. Le larve utilizzano detriti, legnetti, sassolini e pezzi di alghe degli ambienti acquatici in cui vivono, per costruirsi un astuccio protettivo, una sorta di “casa mobile”. Poco prima che la larva si trasformi in pupa, chiude l’apertura di questo astuccio lasciando solo un piccolo foro per il passaggio di acqua contenente ossigeno, necessario alla respirazione. All’interno del fodero avviene la trasformazione in adulto, che una volta sviluppatosi, nuoterà verso la superficie dell’acqua per uscire fuori e volare.

Il ciclo del tricottero

Alla ricerca degli insetti acquatici

Il mondo sommerso è uno degli spettacoli più interessanti della natura. Se comincerete ad osservarlo, vi si spalancheranno le porte verso un microcosmo davvero avvincente.

Seguite questi semplici consigli:

  • Esplorate sempre attentamente qualsiasi raccolta d’acqua: corsi d’acqua, stagni, pozze; persino una minuscola pozzanghera può ospitare forme di vita interessanti
  • Portate sempre con voi un retino e alcuni contenitori: vaschette, barattoli, vasi, ecc.: vanno benissimo anche dei piccoli fauna box.
  • Immergete il retino e fatelo scorrere con molta delicatezza sul fondale, tra il fango e la vegetazione
  • Tirate su il retino e trasferite il tutto nei vari contenitori.
  • Non vi resta che iniziare l’osservazione!
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